Biografia
  1.  Biografia
Comune di Melide - Quarto Centenario della morte di Domenico Fontana - info@domenicofontana.ch
  1.  Biografia
Il periodo napoletano
 
 
«Morto papa Sisto, seguitò dopo il quarto pilastro
sotto Clemente VIII, quando per cattive relazioni fatte contro di lui, pretendendosi che egli avesse avanzato e rendesse conto
de' denari spesi nelle fabbriche passate, gli fu tolta la carica di architetto.
Invitato però egli a Napoli dal viceré il conte Miranda col titolo
di architetto regio e di ingegniere maggiore del Regno, si trasferì a
quella città l'anno 1592».
G. P. Bellori, “Vita di Domenico Fontana da Milì, architetto”
In “Le Vite de' pittori scultori e architetti moderni”, Roma, 1672.
 
 
Nel 1591, con la morte di Sisto V, per Domenico Fontana la fortuna girò. Egli fu così allontanato e rimosso dalle cariche pubbliche. Contro di lui fu aperto anche un procedimento giudiziario per abusi nella conduzione dei suoi lavori.
 
Malvisto a Roma, Fontana fu chiamato a Napoli, tra il 1592 e il 1593, nella capitale del più grande Regno della Penisola ad operare per il sovrano più importante d’Europa, il Re di Spagna che era anche Re di Napoli. Non era dunque un incarico minore quello accettato da Fontana a Napoli, ma onorevole e prestigioso.
 
I rapporti della famiglia Fontana con Roma non s’interruppero con la partenza di Domenico. Il fratello Giovanni rimase nella capitale  pontificia, continuando ad operare ad alto livello come architetto della Camera Apostolica in attività di carattere tecnico. Nel 1596, lo stesso Giovanni Fontana fu scelto come architetto papale con il compito di proseguire gli interminabili lavori dei palazzi apostolici. Accanto ai fratelli Giovanni e Marsilio Fontana cominciò ad emergere la figura di Carlo Maderno. Fu proprio con la morte di Marsilio, nel 1597, che Maderno iniziò la sua rapida scalata al primato professionale, assumendo incarichi sempre più importanti. Nel 1602 il giovane Maderno, alla morte Giacomo della Porta sostituì il celebre architetto e divenne responsabile capo della Fabbrica di San Pietro.
 
A Napoli, dal 1593 al 1607, Domenico Fontana visse una lunga fase, l’ultima e forse la più matura della sua vita. Fontana venne chiamato a Napoli dal Viceré Conte di Miranda per occuparsi del sistema idrico della città. Questa nomina, da legarsi alla sua precedente attività nella bonifica delle Paludi Pontine, è legata al progetto di riqualificazione urbana di Napoli alla cui realizzazione Fontana s’impegnò con notevole energia.
 
Nel regno spagnolo Domenico Fontana diresse la ristrutturazione dei porti di Bari e Napoli, proseguì i lavori di bonifica, realizzò le strade per Chiaia e S. Lucia e costruì Palazzo Carafa della Spina. Nel 1600 diede avvio al progetto più importante realizzato a Napoli, il Palazzo Reale, cui il ticinese lavorò sino alla sua morte avvenuta nel 1607.
 
Resta, in epigrafe, quanto scrisse il suo primo biografo, Giovan Pietro Bellori:
 
«Domenico Fontana prese donna, e si fermò il resto della sua vita in Napoli, con la sua famiglia, vivendo nobilmente e onorato nel Regno del Re di Spagna, con aver acquistato molte ricchezze. Nell'età di anni 64 rese l'anima a Dio l'anno 1607 e fu sepolto nella Chiesa di Santa Anna della sua nazione lombarda nella cappella da esso edificata, che è la seconda a mano manca l'entrata.».