Biografia
L’emigrazione svizzera: una tradizione secolare
 
 
L’emigrazione svizzera nel Medioevo e nell’Età moderna fu prevalentemente militare. Facevano eccezione le popolazioni di due baliaggi come il Paese di Vaud e il Ticino, dove l’emigrazione era soprattutto civile e diretta verso gli Stati confinanti, come la Francia e i regni della Penisola italiana.
 
Lungo vari secoli, l’emigrazione seguì una tipologia e una tradizione praticamente immutata. Di fatto essa era dovuto alla scarsa capacità economica delle regioni montagnose, all’assenza di luoghi di formazione adatti e di centri culturali importanti. Le capacità pratiche acquisite dagli emigranti, nel quadro di un primo momento di emigrazione, erano spesso all’origine di un secondo movimento, sulla scia del primo. Nelle corti d’Europa si formarono, generazione dopo generazione, numerose carriere di intellettuali, scienziati, architetti o semplici artigiani svizzeri: alcune furono temporanee, altre definitive e non comportarono il rientro in patria.
 
L’emigrazione nel settore della costruzione è attestata fin dal secolo XII, con la presenza ticinese a Milano e in Lombardia. Nel XIV secolo i Ticinesi - architetti, stuccatori, lavoratori della pietra, muratori o semplici manovali - si contavano a migliaia, anche grazie alla crescita economica, in tutti i cantieri della pubblica costruzione nei grandi centri urbani italiani.
 
La tradizione dell’emigrazione edile si riallaccia ai “Maestri comacini”, risalenti al periodo longobardo. Sono infatti già citati nel VII secolo come "magistri cummageni" o "cumacini" o "cummacini", quei capomastri e lavoranti appartenenti a corporazioni artigiane di costruttori edili, di lapicidi, operanti con ponteggi e vari strumenti, che lavoravano principalmente nel territorio del Lario e del Ceresio. Queste corporazioni furono antesignane di una tradizione edificatoria, plastica, pittorica e decorativa durata per oltre un millennio, cioè fino al 1700 ed anche oltre. Tradizione distintasi particolarmente in alcune zone: in Val d'Intelvi (maestri antelamici, poi intelvesi: costruzione, decorazione, stucco, scagliola); sulle rive del Ceresio (maestri campionesi: scultura e architettura; maestri porlezzesi: scultura), e nel Canton Ticino più prossimo a Como. La diaspora di questi maestri fu immensa, impensabile; le loro opere si trovano esposte in Russia, in Polonia, in Germania, in Austria, quasi in tutta Europa.
 
 
  1.  Biografia
Comune di Melide - Quarto Centenario della morte di Domenico Fontana - info@domenicofontana.ch